Non troppo tempo fa mi sono imbattuta per caso in un articolo che parlava dell'importanza della lettura ad alta voce per i bambini. Apparentemente nulla di nuovo, eppure l'articolo (linkato sopra, per chi volesse approfondire) sottolineava un'aspetto interessante, seppure per certi versi ovvio: gran parte dei genitori, anche quelli che hanno l'abitudine di leggere assieme ai propri figli, tendono a smettere di farlo nel momento in cui questi sono in età scolare.
Vale a dire, si legge ad alta voce fino a che non sono in grado di farlo da soli, poi si smette.
Una scelta ovvia, come ho scritto. Eppure, siamo sicuri che sia la scelta corretta?
Da qui, una serie di riflessioni, che ho deciso di condensare in un post; anzi, di più; addirittura di far nascere una piccola rubrica - chissà se saprò darle un seguito - in cui riunire una serie di post sul tema "Come Nasce un Lettore".
Per quanto mi riguarda, con mio figlio (dieci anni da compiere) non abbiamo mai smesso di leggere insieme. Proprio poco fa, pubblicando sull'altro blog un commento sulla nostra ultima lettura insieme, lo scrivevo: sebbene lui sappia leggere in autonomia ormai da parecchi anni, e sebbene sia un lettore vorace che non necessita certo che io mi sieda accanto a lui e lo imbocchi, ci sono dei libri che lui ci tiene a leggere insieme.
È una splendida abitudine, a mio parere, perchè negli anni, nonostante io per lavoro spesso rientri a casa alle nove di sera e sia costretta a lavorare spesso nei weekend, abbiamo accumulato tanti piccoli momenti di intimitá, tanti viaggi immaginari che sono nostri e solo nostri, tanti mondi sognati ai quali di tanto in tanto lui ama fare riferimento "mamma ti ricordi questo? E quest'altro?".
Leggere insieme ci unisce. Adoro quei momenti di quiete, di buio, raggomitolata sul suo letto (prima) o sulla poltroncina accanto ad esso (ora che è cresciuto, ed in due si sta strettini), con la luce calda della abat-jour che ci avvolge in una bolla, mentre il mondo reale svanisce nel nulla.
Viaggiamo, sognamo, creiamo ricordi magici, ma non solo.
Leggere insieme ci dà tanti spunti per riflettere. Talvolta mi interrompe per chiedere spiegazioni su ciò che leggiamo, sia essa una parola difficile o un modo di dire o un concetto nuovo. Altre volte sono io che, a chiusura di un capitolo, gli chiedo le sue impressioni, soprattutto se nel libro abbiamo incontrato spunti applicabili alla vita reale, alle emozioni.
Così con Harry Potter che affronta il Molliccio abbiamo trovato un perfetto escamotage per sbaragliare le paure.
Con Willy Wonka abbiamo scoperto che l'egoismo, la presunzione, la scarsa empatia non portano lontano.
Con Gerald Durrell abbiamo esplorato una natura microscopica ed affascinante, tenendo sempre a portata di mano Google per ricercare le immagini di tutti gli insetti che non conoscevamo.
E così via, da ogni libro partono tante strade da percorrere insieme.
Non so quanto ancora dureranno questi momenti insieme; adesso, rientrati dalla Corfù anni '30 di Durrell ci stiamo avventurando insieme a Pennac tra Alaska e Africa, con L'Occhio del Lupo; poi, abbiamo già detto che quando più in lá dovrà affrontare la letteratura "seria", quella dei classici, se vorrà li leggeremo assieme. Poi, inevitabilmente, questi momenti finiranno.
Finiranno, e mi mancheranno da morire. Ma sarà anche il momento in cui lui comincerà a coltivare in sè questi ricordi, custodendoli e facendoli fiorire.
Leggere assieme ai propri figli è qualcosa di stupendo. Non lasciamo che questo finisca nel momento in cui sono in grado di farlo da soli, non sottovalutiamo la bellezza di condividere insieme la lettura, il viaggio attraverso mondi immaginari, non lasciamoli soli ad elaborare ciò che apprendono dai libri attraverso fredde ed asettiche relazioni scolastiche.
Insegnamo loro che leggere non è un "dovere", non un atto meccanico che facciamo solo fintanto che non sapranno farlo da soli; insegnamo che leggere è calore, conoscenza, emozione, condivisione.
Insegnamo loro che leggere è magia.
Visualizzazione post con etichetta riflessioni di una lettrice. Mostra tutti i post
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sabato 2 febbraio 2019
giovedì 6 dicembre 2018
PICCOLE RIFLESSIONI SUL MONDO DEI BOOK-BLOG
Tempo fa, sul blog Gli Alberi da Libri, Nik pubblicava un post molto interessante nel quale si interrogava sull'esistenza di piccoli blog "con un'anima", sul fatto che per molte blogger ben presto il blog diventava qualcosa di sfiancante, un lavoro, e come tale un obbligo a cui attempiere, con le sue scadenze, i suoi diktat, le sue rigidissime aspettative.
E' da allora che rimugino su questa cosa, ripromettendomi di dedicargli un post, ma per un motivo o per un altro non ho mai trovato il tempo. Ebbene, ora che fuori la giornata è uggiosa, io sono bloccata a letto da una distorsione alla caviglia, la piccola dorme, il grande è a scuola e il cane ronfa sereno ai miei piedi, voglio provare a snodare un po' le mie riflessioni, dando loro spazio qui.
Ho aperto il blog - come mi capita spesso di ripetere - anni ed anni fa, col solo scopo di intrattenermi. Ero una neomamma disoccupata, stanca e sconfortata, ero in una fase della mia vita in cui avevo bisogno di riprendere in mano le redini della mia vita, scrollandomi di dosso gli aspetti di essa che non andavano bene concentrandomi su ciò che invece desideravo davvero; e un blog è stato per certi versi una piccola terapia, in questo senso.
Tanto per cominciare, mi teneva impegnata nei momenti morti con qualcosa di stimolante a livello mentale. In secondo luogo, catalogare e riepilogare le letture passate e presenti mi ha consentito di respirare, ripercorrere le tappe della mia vita, riprenderne il controllo. Bizzarro, mi rendo conto; ma non saprei spiegarlo meglio di così.
Dunque, sono entrata nel mondo dei blogger così, in punta dei piedi e con tanta ingenuità. Inizialmente, mi ha entusiasmato scoprire che ci fossero, nel web, così tanti amanti della lettura. Io, che temevo fossimo rimaste in poche mosche bianche, improvvisamente avevo accesso a tutto un mondo di titoli, consigli, recensioni. Una miniera d'oro. Ho trovato, negli anni, blog ben scritti, pensati con il cuore e con l'anima, VERAMENTE personali. Ma ho anche riscontrato - tanto, e sempre più spesso, man mano che in parallelo si divulgava la passione tutta social per il "cotto e mangiato" - altrettanti blog freddi, talvolta frettolosi.Quasi che l'urgenza non fosse condividere davvero una passione quanto piuttosto quella di inseguire la nuova saga, il nuovo titolo in uscita, la rubrica con cadenza settimanale postata a tutti i costi.
Ecco, le rubriche. Mi piacerebbe, per esempio chiedere, alle blogger più esperte e più seguite: perchè le rubriche devono essere tutte uguali? Perchè tutti i Monthy Recap, perchè i WWW Wednesday e via andando, perchè solo pochi blog sembrano riuscire a produrre rubriche loro, che davvero rispecchino i loro interessi? Perchè sacrificare l'originalità per seguire la corrente?
Perchè l'urgenza di fare del blog una professione, finendo per far perdere - non sempre, per carità, seguo dei blog che riescono miracolosamente a mantenere quel "sapore" di chi scrive per passione pur essendo diventati quasi un lavoro a tempo pieno - dicevo, per far perdere le tracce dell'amore per la lettura che è la scintilla da cui credo tutti questi blog siano scaturiti?
Sarà poi anche che ormai il blog sta diventando qualcosa di obsoleto, sarà che oggi come oggi è il post di facebook o l'immagine di instagram quella che si cerca, una sorta di fast-food emozionale in cui non si ha più tempo da dedicare alla lettura per intero di un post, ma ci si limita a mettere un pollicione ed un cuore ad un titolo o ad un'immagine, ma sembra anche di vedere, da parte di molti, più attenzione alla forma e alla sostanza che non ai contenuti. Intendiamoci, io ho sia Facebook che Instagram, nella mia vita privata; e continuo a dirmi che forse dovrei far fare al blog questo piccolo "salto" (sono più propensa ad Instagram, a tal proposito). Ma poi mi chiedo: quale sarebbe il senso? Aumentare i followers, certo. Posti un'immagine, segui profili di Instabookers, loro ti seguono a loro volta, ed il gioco è fatto. Sarebbe, per così dire, una bella vetrina ^_^.
Sto rimandando questa decisione a quando la piccola sarà al nido, quando avrò davvero più tempo da dedicare a questo mio piccolo hobby, ma poi mi chiedo se davvero ha senso inseguire i followers a tutti i costi. Non si rischia di ritrovarsi pieni di contatti, che si limiteranno però ad uno sterile, anonimo cuoricino, senza mai aprire il blog, senza mai leggere davvero i post, senza mai curarsi veramente di condividere un parere ? Personalmente ho sbirciato davvero dei bei profili Instagram, ,a mi chiedo talvolta se davvero leggano anche i libri, o si limitino a fotografarli con un look "accattivante". E' possibile inseguire l'estetica mantenendo intatta l'anima?
Mi rendo conto che sono riflessioni confuse, un flusso di pensieri riletto a stento, da una mamma che conta i minuti liberi prima della prossima poppata ^_^.
Ma i miei blog, l'ho scritto, sono scritti col cuore, condividendo riflessioni ed emozioni a costo di sembrare "naive", o "casareccia". E forse, come scriveva Nik nel suo post, i blog più belli sono questi, quelli che non tengono d'occhio statistiche nè followers, quelli che vivono di pura passione e che preferiscono - aggiungo io - quattro commenti ben articolati che non cento frettolosi "bravissima" sotto ad un post.
Ed a proposito di commenti, qui si parla invece di un grande autore classico della letteratura italiana, a mio parere proposto troppo poco nelle scuole; sarei curiosa di avere in merito anche il parere di altri lettori "onnivori" ^_^ .
E' da allora che rimugino su questa cosa, ripromettendomi di dedicargli un post, ma per un motivo o per un altro non ho mai trovato il tempo. Ebbene, ora che fuori la giornata è uggiosa, io sono bloccata a letto da una distorsione alla caviglia, la piccola dorme, il grande è a scuola e il cane ronfa sereno ai miei piedi, voglio provare a snodare un po' le mie riflessioni, dando loro spazio qui.
Ho aperto il blog - come mi capita spesso di ripetere - anni ed anni fa, col solo scopo di intrattenermi. Ero una neomamma disoccupata, stanca e sconfortata, ero in una fase della mia vita in cui avevo bisogno di riprendere in mano le redini della mia vita, scrollandomi di dosso gli aspetti di essa che non andavano bene concentrandomi su ciò che invece desideravo davvero; e un blog è stato per certi versi una piccola terapia, in questo senso.
Tanto per cominciare, mi teneva impegnata nei momenti morti con qualcosa di stimolante a livello mentale. In secondo luogo, catalogare e riepilogare le letture passate e presenti mi ha consentito di respirare, ripercorrere le tappe della mia vita, riprenderne il controllo. Bizzarro, mi rendo conto; ma non saprei spiegarlo meglio di così.
Dunque, sono entrata nel mondo dei blogger così, in punta dei piedi e con tanta ingenuità. Inizialmente, mi ha entusiasmato scoprire che ci fossero, nel web, così tanti amanti della lettura. Io, che temevo fossimo rimaste in poche mosche bianche, improvvisamente avevo accesso a tutto un mondo di titoli, consigli, recensioni. Una miniera d'oro. Ho trovato, negli anni, blog ben scritti, pensati con il cuore e con l'anima, VERAMENTE personali. Ma ho anche riscontrato - tanto, e sempre più spesso, man mano che in parallelo si divulgava la passione tutta social per il "cotto e mangiato" - altrettanti blog freddi, talvolta frettolosi.Quasi che l'urgenza non fosse condividere davvero una passione quanto piuttosto quella di inseguire la nuova saga, il nuovo titolo in uscita, la rubrica con cadenza settimanale postata a tutti i costi.
Ecco, le rubriche. Mi piacerebbe, per esempio chiedere, alle blogger più esperte e più seguite: perchè le rubriche devono essere tutte uguali? Perchè tutti i Monthy Recap, perchè i WWW Wednesday e via andando, perchè solo pochi blog sembrano riuscire a produrre rubriche loro, che davvero rispecchino i loro interessi? Perchè sacrificare l'originalità per seguire la corrente?
Perchè l'urgenza di fare del blog una professione, finendo per far perdere - non sempre, per carità, seguo dei blog che riescono miracolosamente a mantenere quel "sapore" di chi scrive per passione pur essendo diventati quasi un lavoro a tempo pieno - dicevo, per far perdere le tracce dell'amore per la lettura che è la scintilla da cui credo tutti questi blog siano scaturiti?
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Sarà poi anche che ormai il blog sta diventando qualcosa di obsoleto, sarà che oggi come oggi è il post di facebook o l'immagine di instagram quella che si cerca, una sorta di fast-food emozionale in cui non si ha più tempo da dedicare alla lettura per intero di un post, ma ci si limita a mettere un pollicione ed un cuore ad un titolo o ad un'immagine, ma sembra anche di vedere, da parte di molti, più attenzione alla forma e alla sostanza che non ai contenuti. Intendiamoci, io ho sia Facebook che Instagram, nella mia vita privata; e continuo a dirmi che forse dovrei far fare al blog questo piccolo "salto" (sono più propensa ad Instagram, a tal proposito). Ma poi mi chiedo: quale sarebbe il senso? Aumentare i followers, certo. Posti un'immagine, segui profili di Instabookers, loro ti seguono a loro volta, ed il gioco è fatto. Sarebbe, per così dire, una bella vetrina ^_^.
Sto rimandando questa decisione a quando la piccola sarà al nido, quando avrò davvero più tempo da dedicare a questo mio piccolo hobby, ma poi mi chiedo se davvero ha senso inseguire i followers a tutti i costi. Non si rischia di ritrovarsi pieni di contatti, che si limiteranno però ad uno sterile, anonimo cuoricino, senza mai aprire il blog, senza mai leggere davvero i post, senza mai curarsi veramente di condividere un parere ? Personalmente ho sbirciato davvero dei bei profili Instagram, ,a mi chiedo talvolta se davvero leggano anche i libri, o si limitino a fotografarli con un look "accattivante". E' possibile inseguire l'estetica mantenendo intatta l'anima?
Mi rendo conto che sono riflessioni confuse, un flusso di pensieri riletto a stento, da una mamma che conta i minuti liberi prima della prossima poppata ^_^.
Ma i miei blog, l'ho scritto, sono scritti col cuore, condividendo riflessioni ed emozioni a costo di sembrare "naive", o "casareccia". E forse, come scriveva Nik nel suo post, i blog più belli sono questi, quelli che non tengono d'occhio statistiche nè followers, quelli che vivono di pura passione e che preferiscono - aggiungo io - quattro commenti ben articolati che non cento frettolosi "bravissima" sotto ad un post.
Ed a proposito di commenti, qui si parla invece di un grande autore classico della letteratura italiana, a mio parere proposto troppo poco nelle scuole; sarei curiosa di avere in merito anche il parere di altri lettori "onnivori" ^_^ .
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