giovedì 6 dicembre 2018

PICCOLE RIFLESSIONI SUL MONDO DEI BOOK-BLOG

Tempo fa, sul blog Gli Alberi da Libri, Nik pubblicava un post molto interessante nel quale si interrogava sull'esistenza di piccoli blog "con un'anima", sul fatto che per molte blogger ben presto il blog diventava qualcosa di sfiancante, un lavoro, e come tale un obbligo a cui attempiere, con le sue scadenze, i suoi diktat, le sue rigidissime aspettative.

E' da allora che rimugino su questa cosa, ripromettendomi di dedicargli un post, ma per un motivo o per un altro non ho mai trovato il tempo. Ebbene, ora che fuori la giornata è uggiosa, io sono bloccata a letto da una distorsione alla caviglia, la piccola dorme, il grande è a scuola e il cane ronfa sereno ai miei piedi, voglio provare a snodare un po' le mie riflessioni, dando loro spazio qui.

Ho aperto il blog - come mi capita spesso di ripetere - anni ed anni fa, col solo scopo di intrattenermi. Ero una neomamma disoccupata, stanca e sconfortata, ero in una fase della mia vita in cui avevo bisogno di riprendere in mano le redini della mia vita, scrollandomi di dosso gli aspetti di essa che non andavano bene concentrandomi su ciò che invece desideravo davvero; e un blog è stato per certi versi una piccola terapia, in questo senso.
Tanto per cominciare, mi teneva impegnata nei momenti morti con qualcosa di stimolante a livello mentale. In secondo luogo, catalogare e riepilogare le letture passate e presenti mi ha consentito di respirare, ripercorrere le tappe della mia vita, riprenderne il controllo. Bizzarro, mi rendo conto; ma non saprei spiegarlo meglio di così.

Dunque, sono entrata nel mondo dei blogger così, in punta dei piedi e con tanta ingenuità. Inizialmente, mi ha entusiasmato scoprire che ci fossero, nel web, così tanti amanti della lettura. Io, che temevo fossimo rimaste in poche mosche bianche, improvvisamente avevo accesso a tutto un mondo di titoli, consigli, recensioni. Una miniera d'oro. Ho trovato, negli anni, blog ben scritti, pensati con il cuore e con l'anima, VERAMENTE personali. Ma ho anche riscontrato - tanto, e sempre più spesso, man mano che in parallelo si divulgava la passione tutta social per il "cotto e mangiato" - altrettanti blog freddi, talvolta frettolosi.Quasi che l'urgenza non fosse condividere davvero una passione quanto piuttosto quella di inseguire la nuova saga, il nuovo titolo in uscita, la rubrica con cadenza settimanale postata a tutti i costi.

Ecco, le rubriche. Mi piacerebbe, per esempio chiedere, alle blogger più esperte e più seguite: perchè le rubriche devono essere tutte uguali? Perchè tutti i Monthy Recap, perchè i WWW Wednesday e via andando, perchè solo pochi blog sembrano riuscire a produrre rubriche loro, che davvero rispecchino i loro interessi? Perchè sacrificare l'originalità per seguire la corrente?

Perchè l'urgenza di fare del blog una professione, finendo per far perdere - non sempre, per carità, seguo dei blog che riescono miracolosamente a mantenere quel "sapore" di chi scrive per passione pur essendo diventati quasi un lavoro a tempo pieno - dicevo, per far perdere le tracce dell'amore per la lettura che è la scintilla da cui credo tutti questi blog siano scaturiti?

immagine tratta da https://www.dreamstime.com/royalty-free-stock-images-hand-heart-gift-laptop-come-out-screen-computer-isolated-white-background-image36885849


Sarà poi anche che ormai il blog sta diventando qualcosa di obsoleto, sarà che oggi come oggi è il post di facebook o l'immagine di instagram quella che si cerca, una sorta di fast-food emozionale in cui non si ha più tempo da dedicare alla lettura per intero di un post, ma ci si limita a mettere un pollicione ed un cuore ad un titolo o ad un'immagine, ma sembra anche di vedere, da parte di molti, più attenzione alla forma e alla sostanza che non  ai contenuti. Intendiamoci, io ho sia Facebook che Instagram, nella mia vita privata; e continuo a dirmi che forse dovrei far fare al blog questo piccolo "salto" (sono più propensa ad Instagram, a tal proposito). Ma poi mi chiedo: quale sarebbe il senso? Aumentare i followers, certo. Posti un'immagine, segui profili di Instabookers, loro ti seguono a loro volta, ed il gioco è fatto. Sarebbe, per così dire, una bella vetrina ^_^.
Sto rimandando questa decisione a quando la piccola sarà al nido, quando avrò davvero più tempo da dedicare a questo mio piccolo hobby, ma poi mi chiedo se davvero ha senso inseguire i followers a tutti i costi. Non si rischia di ritrovarsi pieni di contatti, che si limiteranno però ad uno sterile, anonimo cuoricino, senza mai aprire il blog, senza mai leggere davvero i post, senza mai curarsi veramente di condividere un parere ? Personalmente ho sbirciato davvero dei bei profili Instagram, ,a mi chiedo talvolta se davvero leggano anche i libri, o si limitino a fotografarli con un look "accattivante". E' possibile inseguire l'estetica mantenendo intatta l'anima?

Mi rendo conto che sono riflessioni confuse, un flusso di pensieri riletto a stento, da una mamma che conta i minuti liberi prima della prossima poppata ^_^.
Ma i miei blog, l'ho scritto, sono scritti col cuore, condividendo riflessioni ed emozioni a costo di sembrare "naive", o "casareccia". E forse, come scriveva Nik nel suo post, i blog più belli sono questi, quelli che non tengono d'occhio statistiche nè followers, quelli che vivono di pura passione e che preferiscono - aggiungo io - quattro commenti ben articolati che non cento frettolosi "bravissima" sotto ad un post.

Ed a proposito di commenti, qui si parla invece di un grande autore classico della letteratura italiana, a mio parere proposto troppo poco nelle scuole; sarei curiosa di avere in merito anche il parere di altri lettori "onnivori" ^_^ .


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